Luca Restelli

Cybersecurity

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ll crescere delle tensioni geopolitiche su scala globale ha riacceso i riflettori sul tema della sicurezza e, in particolare, alla luce di recenti episodi di infiltrazioni ed hackeraggio, maggior rilevanza ha assunto il sottosettore della sicurezza informatica.

Con cyber attacco intendiamo qualsiasi azione offensiva che ha come obiettivo computer, server, sistemi informatici o infrastrutture di rete, con l’obiettivo di estromettere, modificare o distruggere dati.

Nel mondo globale di oggi, chiunque disponga di una connessione ad internet non può ritenersi totalmente al sicuro da questo tipo di pericoli.

I rischi derivanti da un attacco cibernetico sono però ovviamente più significativi se condotti avendo come bersagli importanti aziende multinazionali o istituzioni governative.

Le aggressioni nei confronti di Google Cina del 2009, di Visa e Mastercard nel 2012, di Windows nel 2017 e della centrale nucleare iraniana di Natanz nel 2021 sono solo alcuni dei più celebri esempi di un fenomeno in costante crescita, che vede l’attacco informatico diventare un’arma geopolitica al pari di quella militare ed economica.

In risposta a tali eventi, aventi conseguenze sempre più devastanti, si stanno sviluppando nuove soluzioni per cercare di ridurre al minimo le probabilità di blackout informatici. I cospicui investimenti effettuati dai principali soggetti operanti nel campo della sicurezza si muovono proprio in questo senso.

Gli investimenti in Cybersecurity

Lo sviluppo delle aziende della cybersecurity è quindi una tendenza importante anche dal punto di vista degli investimenti finanziari, date le enormi possibilità di crescita e le sempre maggiori incertezze e tensioni a livello internazionale.

Ad alimentare questo trend vi è sicuramente il conflitto in corso in Europa orientale. 

Già a dicembre l’allarme legato agli attacchi hacker da parte russa era piuttosto alto, al punto che in molti ipotizzavano l’inizio di una guerra ibrida terra-rete informatica.

L’escalation dei cyberattacchi ha quindi anticipato l’azione militare e il conflitto si è dimostrato, fin dall’inizio, una guerra caratterizzata dal presentarsi di diversi attacchi hacker perpetrati a danno di entrambi i paesi.

Il rischio nasce anche dall’estrema economicità e facilità con cui gli attacchi informatici possono essere condotti, prerogative alla base del forte senso di precarietà percepito dai possibili bersagli.

Infatti, la circostanza che una potenza cibernetica come la Russia, responsabile di più della metà degli attacchi informatici ai danni di stati a livello globale, sia coinvolta in un conflitto armato, ha innalzato in modo preoccupante i livelli di allerta digitale in tutto il mondo.

Le interferenze di diversi gruppi autonomi nel conflitto, come Anonymous, portano poi a pensare che gli attacchi hacker saranno inclusi, con sempre maggior frequenza, nelle nuove strategie belliche e nelle guerre ibride che caratterizzeranno il futuro degli scontri internazionali. 

Il fatto poi che, come dimostrato dai recenti incidenti (attacco a Toyota del 28 febbraio), la sicurezza informatica non sia ancora un’assoluta priorità di stati e aziende porta a ipotizzare che le minacce digitali perdureranno ancora a lungo e che gli investimenti siano ancora destinati a crescere.

Il mercato della cybersecurity apre quindi a possibilità di crescita a lungo termine, spinto dalla ricerca di sempre maggiore sicurezza e certezze di privati, imprese e governi.

Asset rappresentati da imprese intensamente impegnate nella ricerca di soluzioni innovative per proteggere istituzioni e operatori economici in modo efficace dai rischi cibernetici, costituiscono una componente attualmente brillante e protagonista di ottime prestazioni. 

Anche se sono possibili battute d’arresto, la tendenza, nel lungo periodo, appare indirizzata verso risultati positivi, supportata da fenomeni di cambiamento inevitabili. 

Guardando agli ultimi cinque anni la crescita del settore è stata evidente, ed è quindi intuibile che si protragga anche nel prossimo futuro, probabilmente in modo ancora più marcato.

L’indice Nasdaq Cybersecurity rappresenta chiaramente questa tendenza:

Il tema della sicurezza fisica e informatica è infatti centrale nei piani decennali di governi e imprese e si declina in diversi ambiti strettamente correlati tra di loro: videosorveglianza, attività di biometria, pagamenti digitali e cybersecurity.

In base agli studi e alle proiezioni di Bloomberg Intelligence, la spesa nei settori di sicurezza informatica potrebbe superare i 400 miliardi di dollari entro il 2024, cifra ben più alta della spesa complessiva per IT tradizionale.

In particolare, il settore vale 1,4 miliardi di dollari circa in Italia ed è caratterizzato da una crescita a ritmi vorticosi, nell’ordine del 10% all’anno, circa tre volte la crescita dell’economia globale. 

Negli Stati Uniti, invece, l’amministrazione Biden ha stanziato un budget per il 2021 di circa 18,78 miliardi di dollari per la Cybersecurity, circa 110 milioni in più dell’anno precedente, prevedendo anche stanziamenti di quasi 1,5 miliardi per agenzie collegate. 

Concludendo

Terminata la fase di volatilità di breve periodo, le prospettive di significativi rendimenti nel lungo sono più che plausibili e fondate sulla straordinaria crescita delle principali aziende operanti nel settore.

L’investimento nell’ambito della sicurezza informatica può avvenire direttamente in azioni oppure in fondi attivi o passivi (ETF), esposti ad un paniere di titoli nello stesso mercato.

La fase di valutazione condotta dal proprio private banker su rischi ed opportunità saprà sicuramente individuare la strategia migliore in base al proprio grado di avversione al rischio e agli obiettivi di investimento, oltre che alle esigenze in termini di liquidabilità e flessibilità.

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