Luca Restelli

Il problema del debito negli Stati Uniti

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Forti dubbi permangono tra gli analisti finanziari in vista del nuovo anno circa le prospettive di crescita del paese a stelle strisce. Segnali negativi dal punto di vista del livello del debito pubblico acuiscono i timori di una crisi.  

L’aumento dei tassi di interesse stabilito dalla FED per cercare di arginare la crescita dell’inflazione sta producendo i primi effetti sul sistema economico. I dati più recenti mostrano un rallentamento nell’incremento del livello generale dei prezzi, accompagnato però da una contestuale riduzione della crescita del prodotto interno lordo. 

Anche il mercato del lavoro sta reagendo alle variazioni nei tassi d’interesse, con scostamenti di segno opposto che si susseguono da più di un trimestre. L’effetto più importante delle decisioni della FED si è però visto nella reazione di imprese e famiglie agli aumenti del costo di finanziamenti e mutui e nella loro capacità di mantenere fede agli impegni di pagamento presi. 

Il livello dei tassi di interesse statunitensi nell’ultimo anno è giunto ad un picco storico, pari al 6,0%. Per ritrovare un valore simile bisogna andare indietro nel tempo di più di vent’anni.  Inevitabilmente, ciò ha prodotto uno shock per gli operatori economici nel paese, che hanno visto più che quadruplicare la propria spesa per interessi sui debiti contratti.

Alcuni settori stanno mostrando enormi difficoltà a mantenere il passo e a rispettare le scadenze. Come riportato da Bloomberg, i fallimenti stanno aumentando ad un ritmo più veloce di quello che si era visto durante la pandemia. Nonostante ciò, le aziende americane continuano ad incrementare il totale dei debiti contratti, a segnalare che forse la strategia attuata dalla FED debba proseguire anche durante i prossimi mesi.

Il futuro che ci attende
Le voci più autorevoli nel mercato delle ristrutturazioni aziendali e degli investitori obbligazionari sono concordi nell’ affermare che, molto probabilmente, il peggio dovrà ancora venire. Ovviamente, vi sono settori più sensibili di altri e, anche all’interno del medesimo settore, vi possono essere forti differenze con aziende più vulnerabili di altre a causa delle differenti strutture del debito e grado di indebitamento.

Da Bed, Bath & Beyond a Party City e Vice Media, sono molti i nomi illustri appartenenti a diversi settori, che hanno ceduto alla realtà economica dell’America post-pandemica. Le più colpite sono le aziende attive nella vendita al dettaglio e nei servizi diretti al consumatore. Inoltre, molte di queste non si limitano a rivolgersi al tribunale dichiarando bancarotta per procedere a piani di ristrutturazione. Sempre più aziende, infatti, decidono di optare per la strada della liquidazione, giudicando ormai insostenibili le condizioni di mercato.

Come si diceva prima, nel settore della vendita al dettaglio la situazione appare piuttosto cupa, e potrebbe avere riflessi diretti anche sulla crisi immobiliare commerciale. Con il passare dei mesi le prospettive di fanno sempre più incerte, e il rischio di danni collaterali sempre più elevato.  

Il problema del debito negli Stati Uniti ha già mostrato la fragilità di alcuni sistemi bancari regionali a inizio anno e ora potrebbe travolgere anche il settore del private equity, creando gravi problemi per le startup tecnologiche e per l’industria sanitaria.

I prossimi mesi saranno cruciali per appurare se il mercato riuscirà a trovare un suo equilibrio, limitando i danni e arrestando la catena di fallimenti che sta attualmente caratterizzando lo scenario economico statunitense. 

Conclusione
Tuttavia, trovare una nicchia immune da ogni pericolo può apparire complicato, specie se, anche il settore del private equity, su cui molti avevano scommesso nella fase di ripartenza post-pandemica, appare in crisi.

La questione del debito funge da monito anche per gli investitori: un’analisi attenta di tutti i rischi collaterali è in questa fase imprescindibile per evitare di contaminare il proprio portafoglio con titoli tossici e per individuare le opportunità di investimento più efficienti in termini di rapporto rischio/investimento.

 

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