Luca Restelli

Sistema Swift

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Swift, nata nel 1973, è legalmente una società con sede a Bruxelles che agisce come intermediario finanziario e facilitatore delle transazioni finanziarie a livello internazionale.

È sostanzialmente assimilabile ad un sistema basato su un insieme di codici il cui scopo è permettere il trasferimento diretto di denaro tra soggetti afferenti a istituti finanziari differenti in paesi diversi o comunque facenti parti di circuiti diversi. 

La sua importanza e la sua diffusione sono essenzialmente dovute all’elevato grado di sicurezza e di efficienza che garantiscono alle transazioni, avendo come primo obiettivo quello di favorire la comunicazione tra banche che parlano linguaggi differenti. 

Tale centralità nel sistema dei pagamenti internazionali è testimoniata dall’elevato volume di denaro scambiato ogni giorno, e numero di transazioni, pari a circa 42 milioni, oltre che dalle più di 11 mila organizzazioni finanziarie che ne fanno parte.

A supervisionare e regolamentare tale sistema sono preposte la Banca centrale belga, assieme ai rappresentanti di Federal Reserve System americana, la Banca Centrale Europea, la Banca del Giappone e altri organismi finanziari mondiali.

Sono questi stessi soggetti poi a decidere e ratificare l’esclusione di determinate organizzazioni dal circuito SWIFT. 

Per quanto riguarda il funzionamento, mentre per effettuare pagamenti all’interno del circuito SEPA (comprendente tutti i paesi EU, i paesi EEA ed alcuni paesi extra-EEA) è sufficiente essere in possesso dell’IBAN, per i paesi esterni a tale area gioca un ruolo cruciale, in quanto essenziale per finalizzare l’operazione.

Esso si compone delle seguenti undici cifre:

AAAA GB 22 123

AAAA: codice dell’istituto finanziario

GB: nazione in cui ha sede

22: città della filiale

123: esatta filiale

Swift e questione ucraina

Il sistema di pagamenti SWIFT è salito agli onori delle cronache nei mesi scorsi in seguito allo scoppio delle ostilità tra Russia e Ucraina e alle decisioni di Unione Europea e Stati Uniti di sanzionare il paese euro-asiatico.

Tra le diverse misure considerate come risposta all’offensiva è stata considerata l’esclusione di alcune banche e istituti finanziari russi dal sistema dei pagamenti internazionali e, in particolare, dal circuito SWIFT.

Ad essere sanzionate risultano per il momento sette banche russe:

  • VTB Bank
  • Bank Rossiya
  • Bank Okritie
  • Novikombank
  • Promsvyazbank
  • Sovcombank
  • Veb.rf

Tale misura è stata comunque a lungo dibattuta date le pesanti conseguenze che questa potrebbe avere anche sul mondo economico e finanziario dei paesi occidentali.

Infatti, nonostante un previsto impatto negativo del 5% sul PIL russo, a risultarne danneggiate saranno anche le imprese straniere.

Quello che molti ignorano è il fatto che l’impossibilità di effettuare e ricevere pagamenti non è circoscritta solamente alle aziende del paese colpito (la Russia), ma anche a tutte le altre che con questo intrattengono relazioni economiche.

L’imprenditore italiano che vanterà un credito nei confronti di un’impresa russa non potrà infatti vederlo soddisfatto se la sua controparte si riferirà ad un istituto finanziario escluso dal sistema SWIFT.

Proprio per questo motivo la misura è stata fortemente dibattuta e considerata, a ragione, una punizione a doppio taglio.

Le conseguenze per l’Europa

Come dicevamo prima questo provvedimento avrà un forte impatto anche sull’economia globale, data la forte dipendenza dell’Occidente dalla Russia per l’acquisto di gas e petrolio (scambi per oltre 800 milioni al giorno), e l’esposizione delle banche italiane e francesi verso Mosca, oltre l’ancora rilevante peso dell’export. 

In particolare, il settore della meccanica rappresenta quasi il 40% del valore delle esportazioni italiane verso la Russia, che nel 2019 avevano raggiunto un totale di 7,9 miliardi, con una crescita del 4,2% rispetto all’anno precedente, rendendo il nostro paese il quinto fornitore mondiale.

Il blocco dei pagamenti andrebbe inoltre a rendere ancora più difficoltoso l’approvvigionamento energetico e di materie prime, portando ad un ulteriore aumento dei prezzi e quindi a maggiori difficoltà per imprese ed investitori che si vedrebbero costretti a rimodulare ulteriormente la propria strategia finanziaria.

Tale misura era già stata sperimentata nel corso della storia, con due paesi, Iran e Venezuela, il cui peso nell’economia mondiale non era però paragonabile a quello russo, e da cui non dipendeva l’approvvigionamento energetico di buona parte del globo.

Se si decidesse poi per l’esclusione di ulteriori banche, oltre alle 7 già sanzionate, dal sistema SWIFT, le conseguenze a livello economico per gli imprenditori che basano la loro attività sull’export con Mosca andrebbero attentamente valutate, anche (e soprattutto) ricorrendo a mezzi di protezione patrimoniale

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