Luca Restelli

Obbligazioni Sovranazionali

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Con obbligazioni sovranazionali intendiamo titoli emessi da istituzioni ed entità internazionali che non possono essere identificate come appartenenti ad un unico Paese.

La Banca Mondiale (World Bank, WB), la Inter-American Development Bank (IADB) e la Banca Europea degli Investimenti (BEI) sono tra i principali emittenti di obbligazioni sovranazionali.

Per quanto riguarda le ultime (obbligazioni BEI) è sufficiente sapere che si tratta di obbligazioni sovrane particolari, emesse in valute anche diverse dall’Euro.

Questi titoli, a livello teorico, permettono di avere rendimenti relativamente elevati, soprattutto quando si sceglie un titolo denominato in valuta diversa da quella comunitaria.

Potrebbero quindi rappresentare un ottimo investimento, dato il rischio basso, garantito dalla solidità degli enti preposti all’emissione, e il rendimento elevato. 

La stabilità degli emittenti è poi certificata dal rating delle principali agenzie internazionali di valutazione. Per approfondire i meccanismi sottesi alla valutazione degli istituti rimandiamo all’articolo “Il rating”.

Prima di proseguire è tuttavia necessario fare alcune precisazioni, incentrate prevalentemente sulla situazione sociopolitica che i paesi coinvolti nel conflitto stanno attraversando.

Infatti, nonostante l’affidabilità dell’emittente in questione (BEI), è necessario considerare anche un rischio nascosto, derivante dalla possibilità di detenere i titoli in valute diverse da quella comunitaria: il rischio di valuta.

Il caso del rublo

Se ci focalizziamo su quanto è accaduto recentemente, abbiamo potuto osservare che chi possedeva in portafoglio obbligazioni BEI in rubli, nonostante l’alto rendimento inizialmente garantito dall’obbligazione, si è scontrato con una performance estremamente negativa dal punto di vista della valuta.

Anche in presenza di un rendimento, notevole, nell’ordine del 8-10%, il profitto da questo ottenuto sarà completamente abbattuto da una perdita del 30% dovuta al crollo del valore del rublo in seguito ai recenti avvenimenti.

Come possiamo osservare nel grafico sottostante, il crollo nel cambio Rublo-Euro è immediatamente visibile nelle sue dimensioni e nella sua gravità.

Un esempio permette di chiarire in termini monetari la condizione in cui si sono ritrovati molti investitori convinti di aver concluso un ottimo affare con l’apertura di una posizione nella valuta russa inseguito al crollo del rublo.

7/03/2021: 7/03/2021: acquisto di BEI per 11.628 euro in rubli al valore di 1.000.000Rub; cambio 1=87,98; rendimento 10%

12/03/2022: valore BEI= 1.100.000Rub; cambio 1=145; valore eur=6.896

  • Perdita netta=4.732Eur (-40%)
  • Inoltre, se anche il valore del bond scendesse, come probabile, la perdita sarebbe ancora più marcata

Un rischio globale

Più che l’esempio particolare, constatato il rapido recupero della valuta russa, è importante comprendere che episodi analoghi possono ripetersi e avere il medesimo impatto sui mercati finanziari. 

La solidità della valuta è intrinsecamente legata alle dinamiche economiche e finanziarie del paese emittente. Tensioni sociali e instabilità politica possono rapidamente portare a forti oscillazioni nei valori delle valute e, di riflesso, in quello delle obbligazioni sovranazionali.

Potenzialmente nessuna valuta è immune al rischio di cambio, quello che è successo recentemente al rublo potrebbe accadere presto ad altre monete, per motivi anche completamente diversi.

Anche in questo caso è importante saper cogliere per tempo i primi campanelli d’allarme e agire velocemente prima che il proprio investimento venga totalmente azzerato.

Ogni consulente finanziario dovrebbe quindi inserire la valutazione geopolitica e delle dinamiche internazionali nella fase di studio e composizione del portafoglio d’investimento, per evitare che la globalizzazione dei mercati finanziari possa avere risvolti devastanti sui flussi di cassa.

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